UN MONACO DELLA LUCE
Colpo di dadi gettato fra le ombre della sera, in circostanze eterne, alla ricerca di ciò che fonda
lesperienza visiva, la pittura di Maiolino plana con raffinato rigore sul magma dellesistenza.
Trasparenze, intrecci, composizioni. Una spietatezza, la mano del destino, il rappel à lordre
di una ronda segreta, prova questuomo chino sugli effetti della luce e dellombra. Reazione calcolata alla solarità
mediterranea, tentativo antico di racchiuderla dentro un corteo di essenze, di intuizioni eidetiche, come a spogliare la terra
di ciò che non fa parte della sua frammentarietà astrale.
Lordine stesso di questo mondo si alza nella sua luce, procede in una geometria scarna, dove le cose
vibrano per assenza, in una nostalgia appena suggerita. Pittura di lavorio e di suggestioni intorno a una struttura viva e di
cenere.
Un severo, metodico spirito suscita lidea di un aldilà dellarmonia naturale, di cui la
natura è solo un riflesso dalle forme imprecise. Lombra secolare di unicona di Bisanzio accompagna la ricerca
di unelementare verità pittorica.
Sono tanti i nomi che potrei fare di questi monaci della luce, una sorta di compagnia di templari e di giansenisti
me ne astengo di proposito. Attorno a loro si addice un alone di silenzio.
dal Bollettino della Comunità di Villaregia, 1994