a cura di
A.M.A.I.E., Sanremo
(Azienda Municipalizzata Acquedotto e Impianto Elettrico)
Quando negli anni 50/60 il problema del rifornimento idrico si fece sempre più assillante,
per le esigenze incessantemente crescenti dovute sia allimponente sviluppo edilizio, sia al continuo estendersi delle colture
floreali, la costa si trovò di fronte alla necessità impellente di reperire ulteriori fonti integrative di approvvigionamento
idrico.
La produttività della Centrale di Arma, infatti, aveva nel dopoguerra raggiunto e superato quella dellacquedotto
a gravità, attestata fra i 3 e i 4 milioni d metri cubi annui, raggiungendo punte prossime ai 6 milioni di metri cubi,
fino ai limiti tollerabili dello sfruttamento.
Le esigenze sempre più pressanti, gli utenti cresciuti dal livello del periodo precedente la seconda guerra mondiale, che
non raggiungeva le 7000 utenze, ad oltre 25000 dei primi anni 60, imponevano, come detto, nuove risorse sicure e dalle notevoli
potenzialità, risorse che non erano reperibili in zona ovvero potenziando quelle esistenti, come evidenziava un esame organico
e completo delle risorse idriche disponibili nel sottosuolo della provincia di Imperia redatto nel 1960 dalla Organizzazione Americana
Soc. Harold E. Smith.
Fu allora che presero corpo i progetti dellinvaso di Tenarda e, soprattutto, dellacquedotto del Roja.
Nacque così la diga di Tenarda, in esercizio regolare dal 1963, che permise leliminazione della critica situazione
che andava sempre più aggravandosi per deficienza di acqua soprattutto nella stagione estiva.
L'invaso ha un volume totale di circa 2 milioni di metri cubi di acqua e permette di addurre ogni anno, principalmente, come detto,
durante la stagione estiva, circa un milione di metri cubi, tramite una condotta che raggiunge la località di Vignai e,
quindi, correndo parallelamente al "Marsaglia" raggiunge l'impianto di Poggio, per subire i necessari trattamenti prima
dell'immissione in rete.
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